Sabato 18 maggio all’interno di Fjala Fest, il primo festival di letteratura albanese, sarà inaugurata la mostra Inner Light (Drite e brendshme) dell’artista albanese Leke Tasi il quale sarà presente in sala. Durante la serata sarà anche mostrato il documentario “A mund t’ia nisim prej fillimi?” (Possiamo ricominciare da capo?) si Stefan Capaliku ed Ervin Coba, dedicato al maestro Leke Tasi. Curatrice della mostra: Xhovana Preçetaj.

STATMENT

Durante il corso della sua vita, Lekë Tasi ha sviluppato la sua arte pittorica, creando un corpus di opere che hanno avuto la funzione di narrare la sua esperienza e le sue riflessioni. Queste opere, considerate nel loro insieme, hanno costituito una sorta di racconto, con l’obiettivo di trasformare la percezione della realtà dell’artista, rappresentando la sua continua ricerca di significato e verità. Tasi ha personalmente sperimentato le difficoltà di sopravvivere sotto un regime comunista oppressivo, come quello di Enver Hoxha. Sebbene sia stato l’unico componente della famiglia a non essere stato imprigionato, è stato, comunque, internato a Grabian, un remoto villaggio e condannato ai lavori forzati.

Nonostante le avversità, non ha mai smesso di disegnare, utilizzando le creazioni per narrare la sua esperienza di esiliato, evidenziando la superficialità e l’ipocrisia del sistema comunista. Tasi, essendo distaccato dal sistema artistico dell’epoca, è stato in grado di mantenere la sua ricerca e le sue opere lontane dall’occhio del totalitarismo. In una delle situazioni più interessanti, ha dipinto un quadro in cui si mostra il dittatore con una coppa di champagne in mano, circondato dal suo gruppo ristretto, mentre assiste allo spettacolo di un gruppo di saltimbanchi: a fare da tragico sfondo, le immagini delle madri in lutto, circondati tuti dalle guardie e dal filo spinato.

Ha portato con sé questo dipinto a Grabjan, passando inosservato, poiché non considerato tra gli artisti ufficiali. Dopo la caduta del regime, Leke ha continuato a esprimere, nelle sue opere, situazioni di vita quotidiana, facendo sempre riferimento all’esperienza prima e dopo il comunismo. Il suo lavoro non è mai stato influenzato dai dettami del regime e questo gli conferisce, ancora oggi, un carattere di brillante originalità. Un’altra sua passione è la musica, che ha rappresentato tramite le sue opere. Si è molto dedicato alla scrittura e agli studi indipendenti.

Tasi è un artista che esprime, con grande energia, la sua opinione e tutto il caos psicologico dell’essere umano privato di diritti e autonomia, riuscendo, contemporaneamente, a far emergere le conseguenze di un’epoca diversa: la sua esperienza ci arriva tramite la rappresentazione di personaggi segnati dalla storia e, allo stesso tempo, tramite scene di una vita influenzata e segnata dal destino politico e sociale di un Paese. Tasi è la dimostrazione di come l’arte riesca a penetrare nell’oscurità con la sua potenza. Ci offre, inoltre, la testimonianza di come un sistema chiuso, come quello dittatoriale albanese, possa segnare la vita di un essere umano.

BIO

Lekë Tasi è nato ad Atene nel 1929 da una famiglia albanese. Nella sua giovinezza ha lavorato come violoncellista alla Radio, nella Filarmonica e al Teatro dell’Opera a Tirana. Fu licenziato per motivi politici e mandato a Grabjan per svolgere lavori pesanti. Durante quegli anni, nonostante la vita dura a Grabjan, continuò a disegnare e scrivere, anche se non era considerato uno degli artisti dell’epoca. Dopo la caduta del comunismo, è stato nominato al Segretariato per le Religioni presso il Ministero della Cultura e anche all’ufficio del Primo Ministro, dove contribuì fino al 1998. La pittura è stata il suo amore più grande e, anche se autodidatta, è stato apprezzato da altri importanti artisti albanesi.